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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I
   Il duello, quale si fa ai giorni nostri, era assolutamente sconosciuto agli antichi.
   Quest'assurdo e barbaro costume di venire alle armi per offese private e spesse volte futili, ci fu tramandato dai popoli del settentrione.
   L'Iliade d'Omero, la Bibbia, la Storia dei grandi Romani ci danno un numero non piccolo di questi combattimenti individuali : colla differenza però, che quelli dai popoli nordici avevano uno scopo personale, mentre quelli degli antichi Greci, del popolo d'Israele e dei Romani avevano uno scopo eminentemente umanitario ; quello cioè, di risparmiare stragi di inermi città o di valorose schiere.
   Xanto, capitano dei Beozii, sfida Melanto, capo degli Ateniesi, e nella guerra di Sigeo Pittaco, vincendo in singolare tenzone l'ateniese Frinone, salva dall'eccidio i due eserciti.
   David uccise il tracotante Golia e presso le Peschiere di Gabaon ebbe luogo il duello tra dodici soldati di Abner (capitano dell'esercito di Isboset, figlio di Saul) e dodici di quelli di Gioabbo (duce dell'esercito del Re David).
   Il combattimento tra gli Orazi e i Curiazì salvò Roma da certa rovina; Tito Manlio uccide un Gallo provocatore dei Romani e