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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   DELLA GIURISPRUDENZA
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   rozzo e privo di ogni idea di giustizia e di diritto, aspro come l'odio che lo provocava, senza cortesia nè pietà; tale, infine, che alla morte aggiungeva l'infamia.
   Essendosi modificate coll'andare del tempo le idee e con esse i costumi dei popoli settentrionali per effetto della loro fusione a seguito delle immigrazioni, anche il duello si modificò per cotesta influenza, e a poco a poco cambiò il suo carattere brutale primitivo, e regolato entrò nella legislazione di quei popoli, quale mezzo per conoscere la reità o l'innocenza dell' imputato.
   Il primo a sancire il duello, questa ragione della prepotenza e della forza, fu Frontone III re di Danimarca. Esso pubblicò una legge per la quale era prescritto : « che qualunque controversia col ferro si decidesse, più specioso stimando il contendere con la for\a che con le parole. » Perciò, promulgò decreti (secondo Sassone il Grammatico) per regolare i duelli. Tra questi singolarissimo è quello che stabiliva che « se uno dei combattenti ponesse un piede fuori del cerchio segnato intorno ad essi sul terreno, fosse dichiarato perdente nella causa come se fosse stato vinto. »
   Tra i Germani l'uso del duello era talmente generalizzato, che frequenti essendo tra loro le controversie e le risse, scendevano ad ogni momento sul terreno per sostenere la propria ragione con le armi.
   Montesquieu, che molto ha scritto su tale argomento, dice : che i Germani avevano stabiliti i combattimenti personali giudiziari per prevenire gli abusi del giuramento.
   Difatti, in ogni contestazione civile spettava naturalmente all'attore provare le sue ragioni.L'imputato, alla sua volta, doveva limitarsi a combattere le prove che militavano a suo danno, giurando sulla falsità dell'accusa lanciata dall'avversario. Ora è fuor di dubbio, che l'accusato di un crimine qualunque, posto nell' alternativa di confessare ed essere condannato o di negare spergiurando ed essere salvo, non esitava un momento nella scelta e diveniva spergiuro.
   Riconosciuto che il giuramento era insufficiente, causa l'elasticità delle coscienze che più facilmente si piegavano, anche a quei tempi,
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