DELLA GIURISPRUDENZA
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Dovendo il Re con tutta la Corte presiedere al combattimento, i preparativi e le pompe per scendere in campo erano tali, che per sostenerle occorreva una spesa colossale, a cui non tutti potevano sobbarcarsi, e il duello di conseguenza non si faceva.
Il Re che permetteva il combattimento, ne era il direttore ; ad un suo cenno cominciava la lotta, e quando gettava tra i combattenti lo scettro, doveva cessare immantinente.
L'ultimo duello autorizzato fu quello che sotto Enrico II ebbe luogo nella Corte del Castello di Saint-Germain-en-Laye tra Jarnac e Chà-taigneraie (i). Rimase peṛ ancora il torneo il quale ebbe il colpo di grazia con la morte di Enrico II, avvenuta in seguito al disgraziato colpo di lancia di Montgomery in una giostra.
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Dalla soppressione della giostra e del combattimento legale scatuŕ la nuova forma di duello quale lo abbiamo ai nostri giorni.
(i) Chàtaigneraie era un favorito di Francesco I, altrettanto scortese e superbo quanto destro e valoroso nelle armi ; Guido di Chabot di Jarnac era invece il favorito del Delfino, che fu poi Enrico II.
Jarnac, giovane di bell'aspetto e di seducenti maniere, aveva ottenuto i favori della sua matrigna, Madama di Jarnac, e confiḍ il suo segreto al Delfino. Questi lo ripetè a Diana di Poitiers che se ne servi per vendicarsi, facendo strazio del nome della duchessa di Etampes, cognata di Jarnac.
Lo scandalo obblig̣ Re Francesco I a fare indagini per conoscere da chi si era partita l'accusa contro la Jarnac e si risali sino al Delfino, per coprire il quale, Chàtaigneraie sostenne eh' era egli stesso colui che aveva ricevuta e tradita la confidenza di Jarnac. Questi manḍ un cartello di sfida a Chàtaigneraie : ma Francesco I, che conosceva il vero, non volle mai permettere il duello.
Appena Enrico II saĺ al trono, concesse ai due rivali di battersi. Il duello ebbe luogo alla presenza di tutta la Corte e degli ambasciatori stranieri con grande pompa.
Nessuno pensava che Chàtaigneraie avrebbe potuto esser vinto, ed egli stesso era tanto sicuro della vittoria che fece preparare un festino superbo, al quale aveva invitato tutti i Grandi della Corte.
Jarnac, mal sicuro di sè stesso e spinto dall'ingiustizia della causa, si era fatto insegnare da un maestro italiano un colpo speciale, di cui trasse vantaggio ferendo con un rovescio al garetto l'avversario, il quale, dalla rabbia di essere stato vinto, strappossi le medicature della ferita e mori.