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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   DELLA GIURISPRUDENZA
   '9
   Se quest'appoggio non venisse meno all' atto pratico, siamo certi che i tribunali d'onore segnerebbero un' epoca novella di civiltà e di gloria per il nostro paese.
   Nella speranza adunque che il Governo non ci negherà l'aiuto morale che domandiamo nell' intento di frenare il duello fatto per mera vanità di chi vi prende parte (se non a scopo doloso) e di circoscriverlo ad alcune circostanze speciali, nelle quali è insufficiente la legge, la giustizia disarmata, inapplicabile il diritto, ci rivolgiamo a tutti i gentiluomi perchè aderiscano al nostro progetto che: avvenuta ed accettata la sfida i rappresentanti delle parti deferiscano la vertenza ad un tribunale d'onore; il quale dovrebbe giudicare:
   sulla onorabilità degli avversari;
   sulle cause che provocarono la sfida ;
   sulla gravezza dell' offesa ;
   se detta offesa merita una soluzione con le armi;
   meritandola, a chi spettano le qualità d'offeso;
   determinare le condizioni che devono regolare lo scontro ;
   affidare, se ne crede degni, ai rappresentanti delle parti la missione di scegliere il terreno ; di esaminare le armi ; dirigere e sorvegliare il combattimento ; redigere il verbale in seguito allo scontro (una copia del quale da doversi rimettere al tribunale d'onore),
   Qualora giudichi non necessaria una soluzione della vertenza con le armi ;
   punendo, come stabilisce il Codice del Generale Angelini, l'offensore e dare all'offeso quelle soddisfazioni adeguate all'ingiuria.