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QUESTIONI DEL DUELLO
la legalità della sciabola, non esclude che « peut toujours ètre refusò par un civil. »
In tal guisa il Codice dello Chàteauvillard crea un privilegio che può resultare o a vantaggio del militare che è autorizzato a scegliere la sciabola in una partita d'onore, o a favore del non militare il quale, senza compromettere la propria reputazione di gentiluomo, può rifiutarsi ad uno scontro con quest'arma.
Non sarebbe meglio che i nostri vicini d'oltr'Alpe si decidessero una buona volta sulle qualità cavalleresche della sciabola? E evidente che le concessioni del Codice di Chàteauvillard, piuttosto che appianare la vertenza, suscitano difficoltà e contestazioni da parte dei testimoni: contestazioni e difficoltà che ricadono sempre a danno delle parti rappresentate.
Inoltre, i privilegi di qualunque sorta essi sieno non sono più consentanei ai nostri giorni, informati allo spirito di eguaglianza, e tanto meno poi sono ammissibili in vertenze d'onore, nelle quali nessun gentiluomo può e deve rifiutarsi mai di rendere una riparazione con armi cavalleresche ad un suo eguale, che legittimamente si ritenga da lui offeso.
Nessuno può mettere in dubbio le qualità cavalleresche della sciabola che pende al fianco degli ufficiali del nostro Esercito, il quale è la difesa e la parte migliore della Nazione.
Concludiamo, pertanto, che si renderebbe indegno delle qualità di gentiluomo e si priverebbe dell'onore delle armi chi tra noi, facendosi forte del Codice cavalleresco francese, rifiutasse una riparazione con la sciabola.
Mi associo intanto a quel tipo di perfetto gentiluomo che è il generale Achille Angelini, nel considerare, contrariamente a quanto si pratica in Francia, quale arma legale e cavalleresca la sciabola.
La sciabola è l'arma di tutti, la spada di pochi. La scherma di sciabola essendo di gran lunga più facile ad apprendersi che non quella di spada, permette ad un uomo risoluto, forte e alquanto destro di mettersi in poche lezioni nel caso di difendere efficacemente la propria vita in una partita d'onore. Concede all'onesto