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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •3o QUESTIONI DEL DUELLO
   
   padre di famiglia di adempiere ai suoi doveri di gentiluomo, se provocato, senza esporsi troppo seriamente, ed è un certo freno agli spadaccini di mestiere, che abili nel tiro della pistola e nel maneggio della spada non sono tanto pronti a provocare : giacche in uno scontro alla sciabola spesse volte la vittoria è del meno abile, se calmo ed accorto.
   Quanto sopra abbiamo detto nulla toglie alla serietà del duello alla sciabola se dai padrini, ben compenetrati della loro missione, non vengono esclusi i colpi di punta e di testa, i quali sono, si può dire, i soli pericolosi negli scontri con la sciabola.
   In una partita d'onore non si deve andare sul luogo del combattimento eoi proponimento preconcetto di uccidere o di restare uccisi. Tale funesto resultato dipende sovente dal caso più che dalla maestrìa o volontà dei tiratori. L'ingiuria, d'altra parte, si deve lavare col sangue, va bene ; ma non è detto con la vita. Ora, questo scopo si raggiunge perfettamente con la sciabola, la quale produce ferite meno éleganti, invero, ma di certo meno pericolose e meno micidiali di quelle prodotte dalla spada.
   II
   Delle offese, della scelta delle armi e dei vantaggi sul terreno
   Tutti gli atti, le parole, gli scritti, i disegni od altro che possa offendere l'amor proprio e l'onorabilità di un terzo, costituiscono ciò che chiamasi offesa.
   Non tutte le offese richiedono una riparazione d'onore con le armi, ed è quindi necessario stabilire quali la esigono e la gravità loro, per determinare poi le condizioni dello scontro.
   A) Le offese sono semplici e danno all'offeso il diritto alla scelta delle armi.