La scelta delle armi spetta sempre all'offeso, che può scegliere tra le armi legali e cavalleresche quella che più gli talenta.
L'accordare, come spesse volte accade, la scelta dell'arma all'offensore, è un abuso detestabile, come lo chiama l'Angelini, ingiusto e contro il senso comune.
Si guardino dunque i padrini dal seguire questa falsa corrente, perniciosa per il loro cliente e per la società intiera, che permette una facile aureola di falsa gloria agli spadaccini di mestiere e agli ambiziosi a danno degli innocenti ed inesperti ; dà largo campo allo sfogo di rancori o d'invidie mal represse, eccita alle offese e moltiplica il numero dei duelli.
I rappresentanti consiglieranno i loro mandanti nella scelta dell'arma, tenendo conto della gravità dell'offesa, della riparazione che per detta offesa si richiede e della capacità nel trattare le armi posseduta dal loro rappresentato. Questa ultima considerazione però non deve per niente nuocere alle precedenti, e ciò lo si comprende di leggieri.
Nessuno consiglierebbe la scelta della pistola per un'offesa di poco momento al proprio cliente non abbastanza sicuro nel maneggio della sciabola e della spada. A questo estremo si potrà giungere in certi casi eccezionali, come in quello, per esempio, nel quale l'avversario fosse un tiratore di spada o di sciabola di primo ordine e che queste armi fossero del tutto ignote al rappresentato. All'atto pratico, più che le teorie, le condizioni speciali nelle quali si potranno trovare i due primi vi consiglieranno la scelta delle armi e le condizioni del duello.
Se ad un semplice sgarbo altri rispondesse con una ingiuria e che ambedue le parti si stimassero offese, allora si lasci decidere dalla sorte a chi spetta la scelta dell'arma.
Si sottoporranno pure a sorteggio i vantaggi dello scontro, cioè: la scelta dell'arma e la natura del duello, quando in una disputa nella quale sieno state osservate scrupolosamente le regole della più squisita cavalleria, uno degli interlocutori domanda una sodisfa-zione con le armi.