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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •3o QUESTIONI DEL DUELLO
   
   L'offeso è in diritto d'imporre le condizióni più gravi, e messo fuori di combattimento in un primo scontro, può non dichiararsi soddisfatto e battersi nuovamente appena ristabilito.
   Se alla percossa si aggiunge la ferita, il duello può anche essere protratto ad oltranza, e cioè: fino a che uno dei due combattenti si trovi nell' impossibilità di scendere ulteriormente sul terreno.
   Questa specie di duelli appartengono alla categoria degli eccezionali che si fanno comunemente alla spada o alla pistola e dei quali terremo parola in seguito.
   Le scuse dovranno essere fatte verbalmente alla presenza dei quattro testimoni, i quali redigeranno apposito verbale; o in iscritto, sempre però prima che sieno state stabilite le condizioni, il luogo e il tempo dello scontro.
   Non è concesso presentare le scuse sul luogo del combattimento : se offerte, saranno rifiutate recisamente.
   Sul terreno si va per tutelare l'onore e sostenere le proprie ragioni, non per riconoscere i propri torti. Ciò denoterebbe codardia e priverebbe delle qualità di gentiluomo. Perchè attendere l'ultimo momento per presentare le vostre scuse? Tutti avranno il diritto di levare contro di voi un grido d'indignazione e di disprezzo, e di formulare tutte le supposizioni più degradanti a vostro riguardo, segnandovi a dito come un vigliacco.
   Non solo sarete tacciato di codardo ma vi attirerete il ridicolo universale che vi accuserà di aver fatto assegno sulla debolezza dell' avversario spingendo tanto avanti cose, perchè intimorito si ritirasse. Avrete creduto di lottare con un coniglio e vi sarete trovato innanzi ad un leone.
   È mille volte meglio farsi ammazzare che sentirsi rispondere dall'avversario: • Da banda le ciancie.... qui si chiede scusa con le armi/... »
   Questa libertà poetica, perdonateci l'espressione, di chiedere scusa sul terreno, non è tollerata nemmeno in un tiratore di prima forza e che più volte abbia dato prova di coraggio e di bravura.