posta di chi siedeva alla presidenza, lo dichiarò indegno d'impugnare le armi.
In seguito a questo verdetto, e ciò era da prevedersi, la polemica assunse un carattere ancora più violento.
Il Direttore dtVÌ Arena attaccò giornalmente coloro che erano alla testa della Società Generale Operaia, talché questa, stanca, vessata dagli attacchi del periodico veronese, adducendo che non poteva chiedere soddisfazione al direttore del giornale, né tampoco accettarne le ripetute sfide, « perchè dalla Società convocata in assemblea generale ad unanimità dichiarato indegno di battersi, » chiamò, con lettera, responsabili i membri del Consiglio amministrativo « degli attacchi pubblicati sul giornale del quale erano comproprietari e rappresentanti. »
La lettera si chiudeva intimando loro di ritrattare gli articoli in parola o porgere alla Società una soddisfazione con le armi.
Riepilogando i fatti ci troviamo innanzi :
ad un direttore di giornale che pubblicando una lettera anonima la fa tacitamente sua e di conseguenza ne assume ogni responsabilità;
ad una Presidenza della Società Generale Operaia che chiede consiglio all'assemblea dei soci se deve accettare o no la sfida ripetutamente lanciatale dal direttore del periodico;
ad. una Società Operaia che si costituisce spontaneamente e arbitrariamente in giurì d'onore per dichiarare un gentiluomo indegno di trattare le armi senza alcun motivo; per ultimo:
ad un voto emesso dalla stessa Società Operaia che dichiara responsabile degli articoli pubblicati sull'arena il Consiglio Amministrativo della medesima e pretende da questo una ritrattazione od una riparazione con le armi.
Ed ora eccoci alle conclusioni.
Secondo le leggi d'onore, e il nostro debole modo di vedere, riteniamo che una Società Operaia non può arrogarsi la facoltà di costituirsi in tribunale d'onore, e così farsi giudice e parte perchè cointeressata, essendo mancante dei mezzi essenziali che solo possono costituire un giurì d'onore, e che per conseguenza non può emettere