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QUESTIONI DEL DUELLO
un verdetto che privi delle armi un gentiluomo, anche se fosse motivata tale decisione.
Di più, il Consiglio d'amministrazione di un periodico, occupandosi esclusivamente della parte amministrativa e invigilando all'indirizzo politico del giornale, senza alcuna ingerenza nella redazione e compilazione del medesimo, non può esser chiamato a rispondere di offese che fossero state pubblicate nel giornale amministrato.
Per cui deduciamo che la responsabilità resta sempre al direttore del giornale se l'articolo non è firmato o è sottoscritto da un indegno. Se però il direttore appartenesse a questa classe per un verdetto emesso da un tribunale di gentiluomini regolarmente costituito, gli offesi sporgeranno querela ai tribunali ordinari contro l'autore delle ingiurie pubblicate o contro il direttore del periodico.
La responsabilità di un articolo offensivo scritto o firmato da chi ha sorpassato i 55 anni cadrà sul direttore del giornale che lo ha pubblicato se l'autore o firmatario non si trovi in condizioni fìsiche da poter accettare uno scontro con le armi.
In caso contrario, cioè in quello nel quale l'autore o firmatario dell'articolo è ancora sufficientemente capace di maneggiare le armi, dovrà personalmente rispondere delle ingiurie pubblicate a bella posta, in mala fede e senza provocazione, privandolo una tale azione del privilegio d'immunità che l'età avanzata gli concedeva (i).
Non si riterrà responsabile e rifiuterà qualsiasi riparazione quel direttore di giornale o pubblicista che stampa articoli nei quali senza fare alcuna offesa od allusione personale esprima i propri apprezzamenti su fatti compiuti o li riporti come semplice cronaca.
Coli'accondiscendere in simili circostanze alle esigenze dei suscettibili si aumenterebbe il numero dei duelli ingiusti e irragionevoli e si renderebbe una vana parola la libertà di stampa che è l'opinione pubblica.
A conferma di quanto sopra Tiportiamo, la decisione del tribunale d'onore costituitosi in Napoli in difesa della libertà di stampa nella
(l) Le offese commesse per mezzo della stampa sono di natura più grave di quelle provenienti verbalmente da una persona.