vertenza tra l'onorevole De Zerbi direttore del Piccolo, il signor Mon-tuoro del Pungolo e i due studenti Sargente e Tiralonga i quali a nome dei loro compagni mandarono ai due distinti giornalisti un cartello di sfida.
La vertenza aveva avuto origine da alcuni articoli pubblicati sul Pungolo e sul Piccolo circa i disordini universitari e l'agitazione degli studenti nel marzo i885.
L'on. De Zerbi era assistito dall'on. Nicotera e dal signor Gasale Alberto : il Montuoro dal conte Capitelli e dal cav. Carlo Retez, i quali, ritenendo l'accettazione della sfida come un precedente lesivo per la libertà di stampa onesta, fecero appello a un tribunale d'onore.
Il tribunale d'onore, esaminata la questione nella causa del signor Montuoro, giudicò nel seguente modo:
Il giorno 26 marzo i885, i qui sottoscritti, invitati dai signori cav. Carlo Retez e conte Guglielmo Capitelli a dare il proprio avviso sui seguenti quesiti, assunto all'ufficio di presidenza il generale Guaita, e dopo discussione, hanno opinato nel seguente modo :
Quesiti,
i° Fatta astrazione da ogni esame sulla forma del mandato di una sfida collettiva, deve un pubblicista rispondere con le armi di un articolo, sia di apprezzamenti, sia di semplice cronaca, nel quale non si contenga nessuna offesa od allusione personale?
Risposta. — Ad unanimità: No.
2° Se consentisse a rispondere, la libertà di stampa e della discussione dei pubblici interessi ne sarebbe violata?
Risposta. — Ad unanimità: Sì.
3° Nell'articolo di cronaca inserito nel n. 8o del giornale il Pungolo (21-22 marzo i885), messo a riscontro con la lettera dei signori Retez e Capitelli, pubblicata nel n. 83 del Corriere del Mattino (25 marzo i885), si rinvengono gli elementi che, giusta i quesiti i° e 20, non danno diritto a riparazione con le armi ed impongono il dovere di rifiutarla?