•3o QUESTIONI DEL DUELLO
parti rappresentate. Farebbe cattiva impressione vedere un uomo avanzato alquanto in età assistito da padrini appena maggiorenni. In ogni caso è sempre bene che i testimoni abbiano un'età maggiore a quella dei combattenti.
Dovendo nominare un rappresentante, prima di decidersi sulla scelta, crederemmo opportuno che il mandante facesse una specie di analisi morale dell'uomo che deve rappresentarlo, perchè, come ho detto, è il padrino che deve tutelare l'onore e la vita di chi rappresenta.
Procurate pertanto che il vostro testimone non sia novizio della partita, che abbia cioè assistito a parecchi scontri in qualità di padrino o di primo, e che sia molto versato nelle discipline cavalleresche.
Dovrà essere familiare colle armi; che sia perciò un eccellente tiratore, perchè possa giudicare con cognizione di causa dell'importanza e delle qualità delle armi adoperate nello scontro nonché dei resultati derivanti dall'uso loro.
L'abitudine delle armi e la qualità di buon tiratore daranno al vostro testimone l'accortezza, il colpo d'occhio e quella calma che pur sono tanto necessari a chi può essere chiamato a dirigere il combattimento. La conoscenza delle armi e del loro effetto lo aiuteranno per la scelta dell'arma a seconda del concetto che si sarà formato sulla gravità dell' ingiuria per la quale si esige una riparazione.
La conciliazione e la fermezza di carattere non devono fare difetto in un rappresentante. La soluzione pacifica o no di una vertenza d'onore dipende essenzialmente dallo spirito di conciliazione dei rappresentanti.
L'obbligo loro è quello di raggiungere lo scopo di una riparazione, dovuta per offese all'onore, senza fare uso delle armi, e ciò si ottiene appunto con concessioni reciproche che, senza menomare la dignità e l'onore delle parti, tendono alla pacifica soluzione della vertenza, o per lo meno ne facilitano le delicate trattative.
Guardatevi pertanto dai testimoni che si spedano, ma non si piegano, e fuggite coloro, che nel trattare questioni d'onore fanno