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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •3o QUESTIONI DEL DUELLO
   
   Tra il Marchese Spinosa e il signor Paolo Mahalin, redattore del Gii Blas, doveva aver luogo un duello alla pistola.
   Lo scontro era stato provocato da un articolo del Mahalin pubblicato nel Gii Blas per il quale il Marchese Spinosa si credette offeso.
   Il Mahalin aveva fin da principio declinato ogni responsabilità, che ricadde sul Redattore-capo, il quale si pose tosto a disposizione del Marchese Spinosa. Ma poche ore dopo, e in seguito a matura riflessione, Mahalin riconobbe la propria responsabilità, accettò la sfida e prescelse la pistola.
   Il Redattore-capo, naturalmente si ritirò.
   Le condizioni del duello erano che i due combattenti dovevano , scambiarsi quattro palle a 25 passi di distanza.
   All' ora fissata, il Marchese Spinosa, assistito dai suoi testimoni, si recò sul terreno dello scontro, ma i padrini del signor Mahalin, che pure si trovavano al convegno, dichiararono a quelli dèlia controparte che erano nella dolorosa necessità di constatare Passera del loro cliente.
   Il signor Mahalin, dopo avere accettate le condizioni dello scontro, al momento di recarsi sul terreno aveva scritto ai suoi padrini che rinunciava al duello.
   Dopo aver letta alla parte avversaria la lettera del Mahalin e dopo aver condannata la di lui condotta i suoi padrini si posero a disposizione del Marchese Spinosa, che gentilmente rifiutò la loro offerta, ringraziandoli. Così fu dichiarato chiuso l'incidente.
   Nessuno, che non abbia una legittima ragione, può rifiutare la propria assistenza ad un suo eguale in età e in condizione, in uno scontro con le armi. Se l'assistere un amico è un dovere sacro, quello di prestare l'assistenza ad un eguale è un dovere cavalleresco.
   In caso di assoluto bisogno nessun gentiluomo, se richiesto, può rifiutare la propria assistenza a qualsiasi altro gentiluomo, anche se sconosciuto personalmente. Quest' obbligo si cambia in dovere di ospitalità se il gentiluomo è uno straniero.