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Il Trentino e la Venezia
Cenni del popolo
Salvatore Muzzi
Tipi Chierici Bologna, 1866, pagine 48

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a cura di Federico Adamoli

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   frammischiaronsi agl'indigeni tridentini, ne preferirono il governo, e furono liberi. I Romani sparsero sangue assai per conquistare tutto il baluardo delle Alpi, ed aggregarono alla loro repubblica quest'alto paese d'Italia. Augusto poi vi mandò presidio, e alla sua foggia vi dominò. Trento fu quindi romana colonia, con reggimento misto di signorile e popolare. Volta in basso la fortuna di Roma, e decaduta l'Italia dall'antica grandezza, anche il Trentino pericolò; e gli Eruli, i Goti, i Longobardi, ed ogn'altra peste forestiera ne fecero strazio. Carlo Magno (coli'insolenza Franca, che trovò eredi non pochi ) donava il non suo a proprio talento : e terre e uomini dava in possessione de'vescovi, sicché da un furto nasceva la signorìa e da questa la prepotenza. Roma gongolava de'6uoi amorazzi cfcn Carlo; quella Roma, come disse il gran ghibellino, che fu veduta dal vangelista di Patanos^.far la-bagascia coi re.
   Da tali donazioni di Carlo si videro i vescovi del Trentino {consentendolo i Re d'Italia) assu-v mere titolo ed insegne di conti e marchesi, e vivere secolarmente, e disporre^ loro voglia delle terre e degli uomini. Odescalcò, nel secolo nono, usò de'beni della Chiesa per premiar cagnotti e scherani: Manasse di poi fu marchese, ed ebbe soldati cui comandava per un suo chierico. Ottone magno e i suoi successori opposero il clero ai feudatari, giovandosi della croce per umiliare ' spada. Quando poscia Corrado il.Salico (1027-1028) diede al vescovo Uldarico II. il dominio temporale su tutto il Trentino, ne segnò i confini, facendone arbitro lo stesso vescovo per la collaudatone. Insomma la cosa andò tant'oltre, che i conti tedeschi del Tirolo sottoscrissero le convenzioni (che nomaronsi Compattate) coi vescovi privilegiati del Trentino, i quali ne furono reggitori sovrani, e persino legislatori.