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Peggiore fra tutti i barbari fu Attila re degli Unni od Ungari, ^he strinse lo scettro eia spada nell'anno 444 da .Cristo, e gloriatasi di esser chiamato Flagello di Dio, ^Costui raccolse Unni, Slavi «e Germani, e li guidò a conquiste. Attaccò l'oriente da cui ricevette un trabuto. Vinto daEzioaChàlons, si rovesciò sull'Italia. Devastò il paese di Aquileia, presso il padule adriatico fra gli sboccili dell'Isonzo e del Tagliamento, fino a Brescello sul Po. E, perchè dove passava nè biade nè erbe crescessero, vi fece spargere il sale. Coloro che sfuggirono all'eccidio del ferro e alla desolazione seminata da Attila, ripararono nelle isolette della vicina laguna, piantando palafitte e voltando penti; così fu fatta Venezia, la città regina Bell'Adriatico, la quale oggidì ha 122 mila abitanti. Le genti del luogo si ressero a popolo, ma il lor governo repubblicano si tramutò passo passo in aristocratico. La Repubblica Veneta durò quattordici secoli, da prima con tribuni reggitori, uno per isolai poi in oomune associazione con un sol capo, itDoge! primo de'quali Luca Anafesto, ultimo un Manin. I Dandolo, i Tie-polo, i Gradenigo, i
Venezia spinse da principio le sue conquiste all'Istria e alla Dalmazia; e lottò, con vittoria, contro i Pirati dell'Adriatico -e gli assalti accaniti de'Franchi. Consolidatasi in casa, dilatò il suo commercio. QuandoPietro l'eremita predicò la crociata, Venezia diede navi per trasportare in Asia i liberatori di Gerusalemme; e fu allora che il vessillo di San Marco sventolò sulle mura di Costantinopoli. — Emula sui mari ebbe Genova, cui contrastò la preminenza: la cacciò da Chioggia, l'allontanò da'lidi adriatici. — I Veneti si resero tributarli alcuni popoli dell'Asia; e il Turco audace più e più volte domarono.