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Il Trentino e la Venezia
Cenni del popolo
Salvatore Muzzi
Tipi Chierici Bologna, 1866, pagine 48

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a cura di Federico Adamoli

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   Niccolò III. da Este, in età minore succedette (1393) ad Alberto, marchese di Ferrara e conte di Rovigo. I suoi consiglieri, avendo bisogno di danaro, presero dai Veneziani a prestito 50 mila ducati d'oro, dando a titolo di pegno per cinque anni il Polesine di Rovigo col contratto del 3 aprile 1395. Il 20 dello stesso mese il senato e-lesse Pietro Raimondo a Capitano generale di Rovigo e del Polesine, Marco Badoero a Podestà di Lendinara e Pietro Zaccaria a Podestà della Badia. Scorsi i cinque anni, la Repubblica di S. Marco seguitò ad averne possessione , perchè il denaro prestato non fu punto restituito; e tenne la Provincia insino ai 3 d'ottobre del 1404, nel qual giorno se ne impadronì Niccolò III. da Este, unito al suocero Francesco Carrara. Di qui una contesa che durò un mezz'anno o poco meno, e che fu conchiusa colla pace, addì 25 marzo 1405. Per patto di pace il marchese consegnò di nuovo ai Veneziani il Polesine di Rovigo e le fortezze, alle condizioni del contratto precedente; dovendo inoltre abbattere ogni opera di fortificazione fatta sul Po/e dando in pegno Caste Iguglielmo, fino al pagamento delle stabilite spese di guerra.
   Nel 1438 a'27 d'agosto i Veneziani, temendo che Niccolò III. si unisse a Filippo Maria Visconti , deliberarono di restituire il Polesine a Niccolò, benché non avesse pagato che 18 mila ducati del prestito ricevuto ; e il 27 settembre dello stesso anno Lionello ne prese possesso. Per alcune differenze che riguardavano il potere del^visdo-mino, magistrato Veneto in Ferrara, e per continue provocazioni, la repubblica mosse guerra ad Ercole I. Espugnò Ficarolo (30 giugno 1482 ) prese Canda, Castelguglielmo, Torre San Donato, Rócca d'Arquà e Pontecchio, e pose assedio al capoluogo Rovigo. — Agostino Barbarigo, capitano di Padova, ebbe incarico di prenderlo a qualunque costo; e in fatti il 17 d'agosto la città e
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