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attese al Quadrilatero ; sicché non seppe se a Custoza avesse
. Ora il Quadrilatero spoglia il saio dello schiavo, e veste la tunica del liberty se non la toga del cittadino indipendente. L'Italia colla Venezia avrà puranche il Quadrilatero: non dall'austriaco però al quale sfugge di mano irremissibilmente, ma da tale un Protettore che umilia il protetto, e non cura le doglianze che gli escon dal petto esacerbato. L'idea soltanto di protettore, che si connette all'altra di cliente, basta per render l'uno vanitoso e l'altro mortificato. Ma quando il protettore è un potente ed il cliente una nazione, allora il deprimerla è maggior insulto, il sogghignarle in faccia è un atto che scema gloria a chi porta scettro e corona.
Il Quadrilatero viene di diritto all'Italia : e dalle mura fortificate di Verona parmi di vedere gli Scaligeri mandare un grido d'esultanza, perchè alla fine la città loro non sia retaggio di stranieri, ma proprietà della gente italiana.
Volgo lo sguardo ai baluardi di Mantova, e parmi che sulle acque del Mincio e da'suoi laghi ondeggino gli spiriti degli antichi Gonzaghi, cui Carlo V. non tolse il seggio , ma decorò del titolo di Duchi. Fra essi primeggia Gian Francesco I. la cui anima generosa fece vergognare Gian Galeazzo Visconti di Milano , perchè , avendogli costui mandato quel ribaldo di Marchio ne Cambio, per tastarne l'animo e scoprirne gl[ intendimenti in tempo di ruggine e di pericoli fra loro, Gian Francesco cacciò da sè quel perverso , dicendogli : Di' al tuo Signore che come io sono leale cogli amici, sono pur coi nemici. Dalle insidie e dalle bassi arti rifuggo; la mia guerra è
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