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l'inevitabile mediatore non frapporrà nuovi indugi all'adempimento dei voti della nostra Nazione.
Agricoltura, navigazione e commercio sono le grandi vene della pubblica ricchezza. L'Italia tutta è terra agricola éminentemente , ed atta perciò ad abbondanti produzioni naturali: e la Venezia non è suolo degenere dall' altro della Penisola. La provincia meno ricca di cereali è quella di Belluno; ma in compenso alleva bestiami e dà legname da costruzione, che la Piave colla sua corrente porta giù all'Adriatico dai boschi di Conseglio e di Cadda per benefìzio della marina. E le miniere di Ferro nel Cadore e in Val di Zoldo, e quelle di rame di zolfo e di vi-triolo in Agordo, e le altre di giallomina ad Au-ronzo, non sono forse ricchezze? Se queste giacessero inerti, sarebbero cosa morta ; ma non mancando chi le scavi con frutto , sono tesori per chi le possiede, ed onorato guadagno per chi vi suda allo sterramento.
Se volgiamo lo sguardo alla Provincia di Udine, vi troviamo l'agricoltura in continuo progresso ; per modo tale che il grano il quale si raccoglie nella parte piana, basta al mantenimento dell' intero paese, il quale nella parte montuosa somministra legna d'ogni fatta, e prodotti animali. I suoi vini di costiera sono ottimi; e il picolitto è assai ricercato. La seta poi è la ricchezza principale di questa Provincia, dove il gelso alligna ed abbonda, dovè il traffico de'bozzoli e de'filati è in aumento continuo.
Treviso miete cereali assai, vendemmia uve ricercate, coltiva bachi e commercia in lane di pecore e di merini. Al monte scava miniere e prepara carbone, che manda intorno per ogni dove.
Che diremo di Vicenza? Il suolo vi è ferace di biade, di riso, di legumi, di patate pe'bisogni della Provincia; ma le sete ed i vini (e fraque- ' sti il Breganze) vi tengono in fiore il commercio
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