— 47 —
non vacillante come ne'giorni eh' ei ti reggeva e che il travagliato Carlo Alberto fu costretto ad abbandonarti. — Salve, augusta Venezia! e t'apparecchia ad accogliere il prode e leale Vittorio, quel fortunato ch'era ben degno di veder l'Italia costituita nazione, poiché per l'Italia espose la vita e la corona sui campi di battaglia, e quella puranche de' suoi figli, eredi del suo coraggio e della sua rara bontà.
0 Venezia,> ripeterò con quell'egregio che è il professore Cerquetti:
0 Venezia , de' tuoi Martiri Non fu il sangue senza frutto: Dio lo volle! — già distrutto È de' barbari il poter.
Della Madre tra le braccia Torna ornai , redenta Figlia; Tra l'italica famiglia Torna libera a seder.
Rotto è il nembo! alfin risplendere Ecco il Sol del dì promesso: Va, rivendica l'amplesso Della figlia di Quirin.
E l'avrai! Di Marte il popolo Si calpesta, non s'infrange; Se in suo sdegno ei freme e piange, Quello è fremito latin.....
Bella Italia, degli eserciti Al gran Dio solleva il canto; Ma ricorda eh' hai nel pianto, Hai Sorelle nel dolor.
D'altre gemme a'rai più fulgida Brillerà la tua corona ..... Di vittoria l'inno intuona: Dio percosse il percussor.
v^ooQie