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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   rore, intorno ai tuoi piedi immersi nel fango, arrampicarsi migliaia di ragni repugnanti, migliaia d'immonde creature, che correvano sulle loro innumerevoli zampe o si trascinavano sul loro ventre; quando davanti alle tue pupille danzavano delle forme sconosciute, degli incubi, e vedevi sorgere e tramontare degli strani soli che non sono di questo mondo; tutto questo, forse, non era un vano sogno della tua fantasia infiammata e febbrile.
   Sai tu da dove provenissero queste sconcertanti visioni, e se esse non avessero origine in altre vite anteriori, da te vissute in altri mondi? Forse, quando m'avrai letto, ti sarai fatta un'idea più precisa su tutti questi sconcertanti problemi, che senza dubbio t'hanno finora lasciato perplesso.
   In verità, ti dico, le ombre della nostra nuova prigione ci avvolgono, fin dalla nascita, e troppo presto dimentichiamo il passato. E quando, talvolta, esso si rievoca dinanzi a noi, mentre siamo ancora in braccio alla mamma o camminiamo a quattro zampe sul pavimento domestico, questo vago ricordo ci produce soltanto un senso di paura, perchè questo sentimento, proveniente da un'esistenza anteriore, di .cui abbiamo conservato una confusa memoria, è innato nel fanciullo.
   Per quanto mi riguarda, ricordo benissimo che nell'epoca lontana in cui non ero che un marmocchio balbettante, un piccolo essere fragile, che emetteva dei vagiti per esprimere la sua fame o il bisogno di dormire, mi ricordo, dico, che avevo la nettissima sensazione di esistenze anteriori. Io, le cui labbra ttion avevano mai pronunziato la parola « Re », i cui orecchi non l'avevano mai intesa pronunziare, mi ricordavo d'essere stato, un tempo, il figlio di un Re. E così pure di essere stato uno schiavo ed un figlio di schiavo, e d'aver portato un collare di ferro intorno al collo,