teatro. La mia camera è la m; < r <¦ ••»« • me la ho scelta perciò seconde il n , gusto. Le altre camere però sodo • . n belle di questa, e tranne un po ... -01 >] mattino, e un po' di chiasso in via a < ci ore, ci si sta a meraviglia.
Appresso la signora Eugenia richiamò la fantesca ordinandole di mostrarmi le camere vuote, nel mentre ella stessa si rimaneva seduta al suo posto.
— Io non sono vestita — diss'ella — e vorrà perciò perdonarmi, se non vengo io stessa a mostrargliele.
Io uscii, inchinandomi, preceduto dalla fantesca in pianelle, la quale mi condusse in un andito, lungo il quale stavano cinque o sei usci aperti, significanti ch'io poteva scerre a posta mia.
E scelsi in fretta la stanza di mezzo, di dove arridevami in lontananza una tonda tavolina marmorea dal pie dorato. Esaminandola più dappresso però, trovai che il sofà condivideva la gloria della vettura che mi aveva condotto da Siena ¦ amendue, secondo l'espressione del vetturino, erano duri *?»a puliti! Ed io rivoltai ora con un
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