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«ospiro la frase esclamando : Il tofà e pulito rui — d'irò! Fortunatamente potevasi dire il somiglisi!-e del letto e la bianca e fitta rete contro 'e zanzare, queste alate notturne mignatte, mi assicurò pienamente ch'io ero l'inquilino di una donna dotta.
E la lo era in effetto come mi ebbe a dire quasi con le mani giunte la fantesca, tosto che fummo soli.
— Tutti i professori di Firenze la conoscono e le vengono a far visita, signore — diss'ella — e quando m'incontrano per la via mi domandano : che cosa fa la vostra padrona, Stella ? ovvero : salutate la signori Eugenia ! si ch'io arrossisco dell'onore, zotica come sono! Anch' io sono vedova e mio marito, ch'era cuoco, mi disse, prima di morire, che il cocchiere del suo padrone, il conte Luigi, aveva l'occhio sopra di me, e ch'io poteva fare con lui la mia fortuna! Ma nossignore, io tengo all'onore e quand'anco molte donne nulla più desiderino che vedere il loro marito seduto a cassetta in calzoni di velluto e con una bella livrea paonazza, io pensai fra me : è meglio che tu torni al servizio della siguo-