Stai consultando: 'L'Amore in Italia Racconti (Volume I e Volume II)', Paolo Heyse (tradotti da Gustavo Strafforello)

   

Pagina (24/581)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (24/581)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




L'Amore in Italia
Racconti (Volume I e Volume II)
Paolo Heyse (tradotti da Gustavo Strafforello)
Augusto Federico Negro Torino, 1863, pagine 248+336

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 22 -•
   E quando tentai da ultimo svegliar con un bacio la sua boccuccia dormente.... io la veggo ancora balzar da un lato, afferrar con ciascuna mano una pietra e minacciar di lapidarmi. Se tu sei quella fanciulla, come puoi tu parlarmi del tuo antico a-more ?
   — Io aveva quindici anni, Filippo, e mi vergognava assai. Io era sempre stata cosi chiusa e selvatica e non sapeva esprimermi. E poi avevo paura di mio padre e di mia madre , che allora vivevano ancora. Mio padre aveva mandre e pastori e que-st' osteria. D' allora in poi le cose non sono guari cambiate, se non che ei più non spadrona né sgrida — la sua anima sia in paradiso! — Ma ben maggiore era la paura che avevo di mia madre. Non ve ne rammenta? Voi sedevate 11 appunto e lodavate il vino che avevamo portato da Pistoia. lo non udii altro, la madre mi fece gli occhiarci, io uscii fuora e mi nascosi dietro la finestra per potervi vedere. Voi eravate più giovine, più semplice ma non più bello. Voi avete ancora i medesimi occhi, coi quali avreste potuto vincermi se