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tranquillamente della tua morte come Don fosse anche la mia?... Oh quanto sarebbe stato meglio per me che questi occhi si fossero• accecati prima di rivederti! che queste orecchie fossero diventate sorde prima d'udire l'orribil voce che mi fa vivere e morire ! Perchè non li ha straziato il cane anzi ch'io sapessi che tu eri venuto a straziare il mio cuore?... Perchè il tuo piede non scivolò sul ciglione dei preci-pizii?... Ahi ! ahi ! Abbi misericordia dime. Madonna santa !...
E gittatasi ginocchioni davanti l'immagine, chinò la fronte e levò le mani, o-rando. Filippo udiva l'abbaiar furioso del cane e il gemito dell'infelice fanciulla, nel mentre la luna, eh' erasi levata in quel mezzo, vincendo la nebbia, rischiaravade-bolmente la stanza. Ma anzi ch'ei potesse ricom]3>rsi ed articolar parola sentì le sue braccia avvinte strettamente alla propria persona, la sua bocca sopra il suo collo e calde lagrime sgoccianti sopra di esso.
— Non andare alla morte, Filippo! — singhiozzava l'infelicissima; — se tu rimani con me chi sarà mai che ti trovi? Lascia che