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maravigliando nel suo silenzio, che Fenice non se ne risentisse terribilmente come temeva. Egli avrebbe ora raccheto di buon grado con parole amorevoli qualche scoppio tempestoso del suo dolore ; ma ella gli passò innanzi fredda e composta, aprì un uscio pesante, non lungi dal focolare, additò muta il catorcio e tornò con fermo passo al focolare.
Filippo entrò e chiuse l'uscio col catorcio , origliando però per sentire quel che Fenice si fosse per fare. Niun movimento nella stanza, e in tutta la casa nuli' altro udivasi che l'ustolare interrotto del cane, lo scalpitare e 1' annitrir del cavallo nella stalla e il sibilo del vento, che dissipava di fuori gli ultimi veli di nebbia. La luna splendeva in tutta la sua pienezza, illuminando la camera, dopo che Filippo ebbe rimosso un gran battofolo di fieno dal buco che teneva le veci di finestra. Ei vide allora eh' e' trovavasi nella camera stessa di Fenice ; vide il suo pulito lettuccio accosto al muro , una cassa aperta, un tavolino, una piccola panca, le pareti ornate d'immagini, di santi e di madonne ed una pi-i .....