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— No, — rispos'ella , imperterrita , ma con gli occhi atterrati.
— Per tutte le potenze dell'inferno I il diavolo può venire a scuola da te, ed imparare ad abbindolare la gente I Maledetta la mia cecità !
— Il cuore che «ma è più potente del demonio e degli angeli! — disse ella con tono rauco e doloroso.
— No ! — urlò Filippo con le mani nei capelli, — non esultare ancora, non istare ancora a menar trionfo, o proterva, chè ciò che una pazza sgualdrina chiama amore non può fràngerà Ja volontà d'un uomo. Torna con me sul luogo è mostrami la via più breve, o ti strozzo con queste mani, demente,, forsennata, che non vedi che mi bisogna odiarti per tentare che fai di rendermi l'uomo più disonorato del mondo!
E le si fece incontro con chiuse le pugna e fuori di sè per furore.
— Strozzami pure—rispos'ella, con alta voce tremante, — strozzami, Filippo!... ma quando mi avrai uccisa li getterai sul mio cadavere e piangerai sangue dagli occhi di non potermi ridare la vita. Il tuo letto