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luna, per raccogliere chi sa quali erbe innocenti. La è proprio cosi, e i miei bravi contrabbandieri o che non mi mostrarono nelle fessure delle rocce que' fiorellini candidi come la neve, dicendomi ch'erano potentissimi ad eccitare l'amore? Povere erbe inoffensive, quali singolari virtù non vi attribuisce la superstizione I — E per questo ella spezzò il fiasco sullo spazzo e il vino mi riusci si ostico al palato. Ella mi stava innanzi come una Sibilla, secura di sé come quella Romana che gittò i suoi libri nel fuoco. Povero cuore di donna, come ti rende bello e infelice la tua credulità ! —
Più s'inoltrava, più sentiva addentro la perduranza commovente dell'amor di Fenice, e la potenza della sua bellezza avvivata dalla separazione. — Io avrei dovuto farle intendere come, nella sua affettuosa premura di salvarmi, ella tentava deviarmi da' miei doveri imprescrittibili. Avrei dovuto stenderle la mano, e dirle : io ti amo, Fenice, e se sopravvivo, tornerò e ti condurrò meco. Come mai non mi si affacciò quest' idea ? Per un avvocato la è pro-
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