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L'Amore in Italia
Racconti (Volume I e Volume II)
Paolo Heyse (tradotti da Gustavo Strafforello)
Augusto Federico Negro Torino, 1863, pagine 248+336

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 13 —
   prio una vergogna ! Avrei dovuto accommiatarmi coi baci, come un fidanzato, ed ella non avrebbe avuto un sospetto al mondo ch'io la ingannassi. In quella vece ha preso il toro per le corna e ho rotto le uova nel paniere.
   Appresso riandò le circostanze d'una simile dipartenza amorosa, e parvegli sentire il dolce anelito di lei e l'appiccicarsi di quelle fresche labbra alle sue ; parvegli financo sentirla pronunziare il suo nome. — Fenice!—rispos' egli affettuosamente, e fermossi ad ascoltare il battito del proprio cuore. Il torrentello mormorava sotto i suoi piedi; i rami degli abeti pendevano immoti ; da per tutto un'ampia, ombrosa, silenziosa solitudine.
   Il nome di Fenice stava per uscirgli di bel nuovo dalle labbra, quando la vergogna e il dispetto gli suggellarono la bocca. Egli si battè con la mano la fronte, esclamando : — Sono io dunque già ito si innanzi da sognarmela sveglio? Avrebb'ella detto il vero che niun uomo sotto il sole può resistere al suo filtro ? In tal caso io i •meriterei di diventare ciò che la volea far