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noi, giacché io mescolafnel tuo vino seti goccie di sangue del cuore del cane. Pc vero Fuoco ! Esso mi amava e ti odiavi E cosi tu odierai il Filippo che eri primi quando mi rigettasti, e solo avrai pace si mi amerai. Filippo, vedi tu se io ti ho con quistato pur finalmente? Vieni, io ti m» strerò di bel nuovo la strada per Genova amor mio... cuor mio... anima mia!...
E rizzatasi stese le braccia per gittarglieli al collo, quando atterri-d'improvviso. Egl era divenuto pallido come un morto, co bianco dell' occhio rossigno, con le labbri moventisi, ma senza articolare parola ; il cappello gli era caduto di capo, e dibatteva le braccia come per impedire eh' ella gli si accostasse.
— Un cane! un oane !...—furono le prime parole che gli proruppero dalle labbra.—No ! no! no! tu non vincerai, demonio!... Piuttosto un uomo morto che un cane vivente.
Un riso terribile risuonò sulle sue labbra, ed indietreggiando lentamente con gli occhi confitti sulla fanciulla, rovinò riverso nel burrone, ch'egli aveva pur mo superato.
Gli occhi di Fenice abbuiaronsi, nel men