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rizzò, la mattina del sabbato, gli occhi al cielo ch'era ridivenuto azzurro e sereno! Come aspirò avidamente dalla finestra spalancata i raggi desiderati ed invocati del sole che aveva ripigliato in breve tutto il suo antico splendore meridionale ! Egli approfittò di quell' ultimo giorno per compiere gli apparecchi e rifornire la sua stanza di tutto che vennegli fatto trovare di più squisito in frutti, paste , confetti e simili leccornie. Nè mancavano alcuni fiaschi di dolce vin di Frascati, e con tutto quel fior di roba schierata in beli' ordine '.sulla tavola non gli pareva temerità concitar daddovero persino la regina di Gol-jconda.
La notte, quando la luna feriva dall'abbaino i bicchieri di cristallo, ed inargentava le arancie, i fichi ed i grossi grappoli, rischiarando anco debolmente la danza delle ninfe sulla parete, il giovine credette pno stante di sognare. Poco stante però
ettè come tutta quella fantasmagoria
se per dileguarsi rapidamente e fu so-Taffatto da unj tristezza profonda. La sua ilicità, ben è vero, s'approssimava d' ora