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quando le ebbi narrato ogni cosa, senza però fare i nomi, sol che le dissi d' aver giurato per la Madonna di S. Carlo di non fare una cosa che non è peccato, e se la sapesse darmi un consiglio, mi confortò o. salir tre volte le scale del Laterano e regalare una veste nuova alla Madonna, affinchè la mi sciogliesse dal giuramento. Scesa che fu la notte, Lalla—continuò Annina — io schizzai di casacon la mantellina in capo e m'avviai, sotto i rovesci di pioggia, al Laterano. I gradini somigliavan cascate d' acqua, ed io la sentiva salir su fredda fredda fino alle ginocchia, e non pertanto feci, al buio e al diluviare, quel che m'aveva detto la vecchia, pregando con divozione come fosse stata la mia ul-tim' ora. — Quando scoccò la mezzanotte io aveva finito , e ringraziai il Signore , giacché le mie forze eranó li per mancare come una lucerna. Un'ora intera dovetti però starmi accoccolata sotto l'atrio, finché le ginocchi» potessero portarmi a casa. Ed ora, Lalla, ne viene il peggio,—soggiunse ella rizzandosi a sedere sul letto, chè il dolore la soffocava ; — dacché tornata in casa
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