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sempre cosi insofferente come in addietro, con questa differenza però eh' io fo in ciò male a me stesso !
La sua voce che mi suonava arrotata nella memoria, risuonò rammollita e men aspra in queste parole ; io mi rizzai e gli stesi la mano, dicendogli con un sorriso.
— Dimenticate le pazzie della mia folle giovinezza, Franz ! Io aveva allora addosso la febbre lirica e mi tastavate' a volte il polso, credendo guarirmi, mediante le doc-cie II mio caso vi avrà, spero, chiarito eh'è meglio lasciar sfogare le malattie. Mi rammento ancora di quell' accesso vertiginoso in cui difesi baldamente il mio diritto di rimanermi malato, scapato, accaldato come me' mi piaceva sprezzando profondamente la vostra fredda sanità. Quale de'miei santi lirici avevate voi offeso e spogliato del suo nimbo?
— Non me ne rammento più — rispose egli, pensando; —ma questo ben so ch'io v'invidiavo già sin d' allora, perciò eh' io garriva come ubbia sentimentale! Il mio prosaicismo m'inzigava a purre in dileggio il vostro entusiasmo e la vostra ispirazione.