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minata dai lampioni. Il palazzo Vecchio er-gevasi in una massa poderosa dinanzi a noi ; a destra stendevasi la Loggia, le cui statue, con a capo il Perseo-di Cellini, avevano in quella dubbia luce lunare un' apparenza di spettro. Quel Perseo, che col-l'aspetto di profondo dolore non osa fissare la testa di Medusa, cui leva in alto con la mano mentre preme con piè tremante iì corpo freddo e raccolto che gli sta sotto; là quella Giuditta con Oloferne; la Sabina che si scontorce nelle braccia del suo rapitore romano, infondo lungo la parete, la nobile Tusnelda con gli altri prigioni, in ultimo la scala custodita da due leoni — tutte quelle figure indistinte mi riempiono ogni sera d'un certo terrore misterioso, come una torma di morti avvolti nei loro funebri lenzuoli.
Franz pareva nulla avertisse di tutto ciò e noi piegammo il passo per le arcate degli liffizii verso 1' Arno. Egli non degnava di uno sguardo tutto che il circondava, erasi spiccato dal mio braccio, guardava fiso il lastrico della via e pareva non pensasse a nulla.