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— Da quanto tempo siete a Firenze ? — chies' io.
— Da oggi.
— E non pertanto par conosciate da lun-- ghi anni tutte queste vie e codeste piazze.
— Perchè non mi arresto a contemplarle? — diss' egli con un breve riso malinconico. — Noi siamo daccapo ! Vedete un po', io ho fatto l'esperienza che più mi addentro in una eosa, men me l'approprio e me l'assimilo... Ma ditemi, anzi tutto, cosa pensate di me, che traggo sempre in campo il mio povero Me?... Non pensate voi che io sia pieno oltre misura di me?... Dio del cielo'... io sono stucchevole oltre misura a me stesso, e il non poter pensare a me, in ciò sta la mia infelicità ! Anche 1' ammalato parla sempre di sè stesso, perchè
m sente ad ogni momento la sua esistenza nel suo dolore. Ed io sono malato... malato moralmente.... intellettualmente.... come volete I...
Non vi sgomentate però — continuò Franz tranquillamente ; — io non sono uscito dal manicomio e mi comporterò f sempre col dovuto decoro. La è soltanto , Vol. II. — L'Amor! in Italia. — 3
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