- si -
Apprèsso s'inchiese doveaoitavo, equando gli ebhi nominato la casa si rammentò che un amico romano gli aveva dato l'indirizzo della signora Eugenia, e si allietò del pensiero di divenir mio vicino. Io tacqui, chè la sua vicinanza non mi andava punto a versi, e quanto a guarirlo e' non ci aveva punto speranza. Egli, ponendo mente alla mia taciturnità, si affrettò a dire :
— Non abbiate paura ch'io v' importuni..... In ogni caso gli usci hanno la chiave
e sapete come si fa a chiudere !
Giunti al portone del suo albergo ci separammo. Io mi coricai spacciatamente, e sotto l'usbergo del zanzariere sentiva il ronzio delle zanzare cbè non potevano arrivarmi. Le parole di Franz mi andavano però ronzando pel capo peggio d'un nugolo di zanzare, e la stella mattutina che mi svegliò non fu Venere, sì Stella la fantesca, la vedova del cuoco del conte , la quale, per esser l'ora assai tarda, era tutta in pensieri ch'io mi fossi addormentato nel sonno eterno, narrando al suo defunto in cielo, qualmente ella avesse rifiutato per onore la mano di Luigi il cocchiere.