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non ismentiva inaila sua essenza germanica, una mobiliti e vivacità più meridionale pareva trasfusa nel sangue dell'altro, specialmente quando parlava il dialetto della sua patria, che era del resto un orrore all'orecchio della signora Eugenia. Egli rideva quando la lo correggeva, appellandosi, contro i suoi provincialismi, all'autorità della Crusca. Appresso inginocchia-vasi celiando accosto al sofà, dimandando solennemente 1' assoluzione di tutti i suoi peccati di lingua che aveva commessi, e doveva ancora commettere. La signora gli metteva la mano ne' corti capelli inanellati, e gli tirava 1' orecchio cospicuo per la sua piccolezza, esclamando :
— Se non ci guastate in Firenze che la lingua, e non fate girar la testa anche alle . donne, stirò sempre per voi un confessore indulgente !
Il giovine s'alzò ridendo , baciò di bel nuovo la mano della nobile vedova, ed augurandoci a tutti una buona notte , si ritirò col fratello.
Anche noi ci accomiatammo. e Franz mi tenne dietro nella mia camera. Ei sedè