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fresco asolo vespertino. Eglino tutti avean fatto le risa grasse di quel rimproccio, e non se ne fece pił molto.
Di tal modo noi ci trovammo la sera riuniti al teatro del Cocomero, e la signora 1 Eugenia era tutta ringarzullita di mostrarsi, in mezzo ai due bei giovani, a tutti i suoi conoscenti. Perfino il suo cagnuolo Aristodemo, ch'ella costumava recar con sč in un ampio pompadour, di dove osservava tranquillamente lo spettacolo senza esser relegato nel guardaroba come le altre creature irragionevoli, persino quella perla di tutti i quadrupedi inciviliti, era rimasta a casa. La signora sfarzosamente abbigliata, sedeva all' usato suo posto, e presentava ai suoi antichi amici e conoscenti i due ve-, neziani come suoi inquilini. Carlo attrasse u anche qui l'attenzione, ed io il trovai reo d'un cotal po' di civetteria con cui faceva la corte alla sua degna vicina. Parvemi anche per la prima volta come che Leonardo fosse un po' inquieto dell'ardir del fratello. Io sedeva accanto al giovane ta-^ citurno, ed un velo di misteriosa malinconia sulla sua fronte eccitava vieppił sem-