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veva recato da Venezia commessioni di ricavare alcune copie di dipinti preziosi, e avea rizzato ii suo cavalletto davanti una tavola di Fiesole negli Uffizii. Nel veder la sua mano addestrata e sciolta nel maneggio del pennello, io meravigliavo ch'ei frequentasse la mattina a buon ora 1' Accademia in compagnia del fratello, e specialmente la sala dei Gessi. Pareva che i due fratelli non disegnassero per amore dai modelli viventi.
— L'artista non può mai esercitarsi tanto che basti—rispos'egli alla mia dimanda — s' ei non si avesse già lasciato addietro da lungo quei rudimenti. — Pareva gli spiacesse ch'io mi occupassi delle sue faccende.
Mentre Leonardo sedeva tranquillamente a dipingere, Franz errava col fratello maggiore, di sala in sala, esaminando e discutendo i capo-lavori. Il suo antico spirito di negazione saltava su raramente, ed uno scuoter minaccioso del dito di Carlo, lo rintuzzava immantinente. L'autorità misteriosa che il giovane aveva acquistato sull' uomo maturo, divenne più grande ogni di più, e Franz pareva vi si acconciasse ogni