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Pareva si agitasse in lui un non so ohe, ch'ei non riusciva a sbrogliare e chiarire.
Anche verso la signora Eugenia egli era divenuto più schifo e rattenuto. Alcuni giorni dopo la gita in teatro, egli ci confessò con un certo imbarazzo che tornando un di dall' accademia, aveva trovato sulla tavola un sonetto, coli'indirizzo: A Romeo, senza nome d'autore. Franz no lo aveva aspramente garrito ed egli non se ne era però risentito.
Un altro giorno entrammo nella camera dei due giovani per esaminare i loro lavori, e scorgemmo sulla tavola un vaso pieno d' eletti fiori. Donde venissero, i fratelli nulla sapevano, ma era evidente che erano destinati per Romeo. Franz andò sulle furie e censurò nella stizza, senza un riguardo al mondo, i disegni di Carlo, i quali erano a vero dire, inferiori a quelli di Leonardo. Le lagrime spuntarono sugli occhi del-v l'ottimo giovane, il quale ci congedò furibondo. Non so come avvenisse, ma io avevo avvisato che i due fratelli avevano separato pienamente la camera in due parti e ciascuno aveva il suo propri'.)