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d'un uomo. Io era molto curioso di sapere in che fosse assorto così profondamente. Io vidi aperti dinanzi a lui molti libri che non avevo mai trovati nella sua stanza, e, non potendo reggere più oltre alle mosse, varcai la soglia. Franz levò allora gli occhi, e suo primo movimento, non si tosto mi ebbe veduto, fu quello di nascondere il foglio, su cui stava scrivendo. Appresso si ravvisò tostamente, s'alzò ridendo e mi disse :
— Voi vedete, io ho paura di voi come un monetario falso colto in flagranti. Ridete a vostra posta, ma in castigo delle vostre soppiatterie voim' avete ad ascoltare, e mi spiccio in poche parole. Non potete voi indovinare di che si tratta? Vi rammentate di quel ritratto di Filippo lì dipinto da Van-Dvk?... Or fa quattordici giorni io stava contemplandolo in compagnia del mio giovane maestro, il quale ha razzolato dai drammi di Schiller e d' Alfieri mille scena-piezze su quel monarca spagnuolo e il suo bel figlio Don Carlo, e quando io mi fo a sottoporgli le mie umili rimostranze, non sentire alcuna ragione e mi spiattella