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gaiezza erano scomparsi. Nel trovar Franz con me parve peritarsi e rimanere in forse. Appresso fece forza a sè. stesso, richiuse pianamente l'uscio come l'aveva aperto, c disse :
— Perdonatemi se sono entrato senza chieder licenza. Io desidero che mio fratello nulla sappia di questa visita, ed ho cercato un pretesto per lasciarlo, dacché ei non mi perdonerebbe mai d' essermi rivolto a voi.... E d' altra parte a chi rivolgermi?...
Carlo ricusò sedere sul sofà accanto a Franz, che gliene avea fatto invito, e sedè sopra una seggiola davanti a noi. E* parve invece tenzonare alquanto con sè stesso come si avesse a rifare, e nuove lagrime apparvero negli occhi suoi.
— Che cosa penserete voi mai—cominciò egli da ultimo — vedendomi piangere a questo modo? Se la vi pare una debolezza femminea , io non ci so vedere però alcuna vergogna, dacché chi vorrà pigliarsela con la propria vera natura?... Essa mi domina , mi signoreggia e si manifesta prepotentemente da ultimo. .. Io sono.... quel che vi
-abro appunto in quest' ora.... sono una