— 77 —
impeto — dunque il vostro amico èra anche presente quando mia sorella tradi sè stessa e il fratello?... A meravigliai. .. Io veggo il ghigno beffardo sulle labbra di lui, e l'alzar delle spalle, e il tentennar del capo dell' uomo di mondo...? Ma ciò poco m'importa.... Quel che mi cuoce si è la convinzione ora acquistata ch'io nulla sono agli occhi di mia sorella, ch'ella, per cui ho il coraggio di tutto fare e tutto soffrire, ha poca stima di me e mette tutta la sua fiducia negli stranieri.... Non sono io uomo abbastanza da condurre a termine questa faccenda?.... Sono io un fanciullo che abbisogni dei tutori che mi dà mia sorella?... un mentecatto che abbisogni del medico?... E dov'è l'amico vostro?... Io vorrei ringraziarlo al paro di voi de! suo buon volere, e pregarlo di non immischiarsi nelle mie faccende!...
— Egli é uscito, Leonardo I — diss' io tranquillamente — ma state pur certo che le vostre faccende e ciò che chiamate l'o-nor vostro gli sono sacre come le proprie. Voi non siete nè un fanciullo, nè un mentecatto. Ma nella soverchia sollecitudine