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La Famiglia dell'Antiquario

Carlo Goldoni
Edizioni Principato, , pagine

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LA FAMIGLIA DELL'ANTIQUARIO
   Nella dedica di qnesta commedia al conte Federigo Borromeo il Goldoni scrive : ' Se io avessi lo spirito di Molière, farei nel paese nostro quel ch'egli ha fatto nel suo. Ma troppo debole io sono per reggere a tanto peso M 1. Modestia eccessiva, ma confessione preziosa della mira a cui tendeva il commediografo italiano, che se resta inferiore al francese nella visione della vita — che del resto è quasi sempre nera nel Molière, rosea nel Goldoni — e nella profondità del pensiero, lo supera certamente nella vis comica.
   Ma riflessioni non meno importanti fa il Goldoni nella prefazione A chi legge. Dice che prima aveva lasciate libere le parti di Brighella e Arlecchino, affinchè „ si sfogassero ', ma poi legò queste due maschere ' a parte studiata ', perchè il personaggio, lasciato libero, ' pensa pili a sè che alla commedia e purché gli riesca di far ridere, non esamina se quanto dice convenga al suo carattere e alle sue circostanze; e sovente, senza avvedersene, imbroglia la scena e precipita la commecia Ma di questa antica libertà delle maschere vedremo che qualche traccia è rimasta nella Famiglia dell' antiquario.
   Giustifica poi il doppio titolo della commedia con l'esempio di Molière, ' in quanto la Suocera e la Nuora sono le due persone che formano 1' azione principale
   ' Cfr. Ediz. Munic. di Venezia, voi. 3°.