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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e (',ornimi del Circondario di Vercelli
   Sono ancora in Vercelli altro cinese con alt ri dipinti ili Gaudenzio, ina basti il sin qui ditto dello principali; aggiungeremo piuttosto un cenno sul Tempio israelitico (figg. 70-80).
   Questo splendido edifìzio, inaugurato il 18 settembre del 1878, sorge noi lato orientale di via Foa, ed è diviso in Ire grandi navate, di cui la cenlrale ha una lunghezza di 36 metri, e di 17 soltanto le duo laterali, e lo tre riunite corrispondono perfettamente in larghezza alla larghezza della facciala. La quale è a fascio orizzontali di arenaria e misura un'altezza di 23 metri c una lunghezza di 18. A mozzo l'altezza veggonsi nel centro lo tavole della legge in un grande quadrato rabescato in oro. Questo bel tempio, ricchissimo di ogni sorta d'ornati, è opera dell'architetto coinni. Giuseppe Locami ; vi lavorarono il pittore Carlo Costa, lo scultore Ercole Villa, che modellò i bronzi della porta, i fratelli Bona, vercellesi, che condussero le opere murarie, i signori Loro e Piattini che eseguirono le stuccature, ecc.
   Dopo le chiese le Opere pio, e prima fra tutte l'Ospodal Maggiore, fondalo noi 1220 dal prelodato cardinale Guala-Bicheri, con atrio a colonne, lavoro del cinquecento, e facciala (Inora incompiuta, su disegno del 18G2 dell'ingegnere municipale Ettore Tartara. Oltre le grandi infermerie contiene un gabinetto di anatomia c storia naturale, una cattedra d'ostetricia assai frequentala, una farmacia vastissima, un osservatorio meteorologico con tutti gli strumenti necessari, un archivio prezioso ed una piccola quadreria con una Madonna del Lanino ed un Santo di Gaudenzio.
   Il circondario di Vercelli conta un gran numero di Opere pie, delle quali ventitré nella città capoluogo, con un'entrata annua di 1,517,154 lire. Meritano speciale menzione: la Congregazione di carità del 1736, l'Ospizio dei poveri del 1717, l'Orfanotrofio della Maddalena del 1513, l'Opera pia Fassina del 1736, gli Ospizi marini del 1872, il Ricovero di mendicità del 1812, il Collegio delle orfane del 1553, il Ritiro della Provvidenza del 1810, ecc. Numerosi gli Asili, fra cui uno israelitico, e non men numerosi i lasciti e le Opere di fondazione privala.
   Abbondano in Vercelli gli edilizi pubblici e i palazzi, dei quali toccherem qui brevemente. E in primo luogo il Foro Fruiuentario o Mercato dei cereali, ampio piazzale rettangolare chiuso da porticati di stilo dorico, con allato un'ampia e bella tettoia; il quartiere di cavalleria, del 1827, con attigua ampia cavallerizza coperta : e il locale dei pubblici macelli, del 1825, ornato di un peristilio grandioso.
   Passando alla crociera a destra, il fresco principale è:
   1. La Crocifissione, piena di figure e faccie espressive con iscorci maravigliosi ; cospicui la Maddalena e il Centurione convertito. Angeli di ìrlinibit bellezza voleggiuno intorno alla Croce; nel l'angolo, a destra, è rappresentato Padre Angelo Corradi, uno dei due fratelli che ordinarono i freschi.
   2. CoHtélwéne della Madihdena, seduta con la sorella Marta, clic porge ascolto al Salvatore.
   3. Maddalena che asterge i piedi al Signore in casa ili Simon Fariseo, fresco distrutto in gran parte.
   4. An ito e predicazione di S. Maria Maddalena in Marsiglia, secondo la leggenda. Questo fresco bellissimo è fra i meglio conservati e si pretende che le due ligure inginocchiate a destra siano i ritratti del Ferrari e del suo allievo il Lanino.
   5. Assunzione di S. Maria Maddalena trasportala dui/li Ani/eli, con la sua morte e sepoltura nello sfondo. Una metà della figura principale, la Maddalena, fu distrutta in un col dipinto sottostante da una palla di cannone durante l'assedio del 1IÌ38.
   L'ancona dell'aitar maggiore, anch'essa di Gaudenzio, rappresenta la Vergine in trono col Bambino, circondata da Santi, fra cui il patrono della chiesa S. Cristoforo, un gigante clic ha in mano un albero per bastone; due monaci Umiliati in veste bianca e nello sfondo due vaghi putti e S. Giovanni con una pecora.
   Nella sagrestia è un'altra Vergine in trono con S. Pietro martire e un frate, del Lanino.