Mandamenti e Comuni del Circondario di Vercelli — Appendice %r>
Fig. S2. - Palazzo Municipale di Vercelli.
potenti famiglie degli Avogadro e dei Tizzoni, Quei tempi di civili discordie corsero però prosperi e gloriosi per Vercelli, la quale ampliò i suoi contini nel biellese, nel Monferrato, nel canavese e in alcune terre d'Ivrea e d'Aosta; abolì sin dal 1197 il feudalismo e la servitù della gleba, e fondò nel 1228 quel celebre Studio generale od Università, in cui insegnarono, fra gli altri, Giovanni Scoto, Pietro di Gozio, Tommaso Gallo, ecc., che gareggiò con quelle di Padova e di Bologna ed attrasse la gioventù non solo d'Italia, ma anche di molte città d'Europa, mettendo a sua disposizione non meno di 500 alloggi.
Mal polendo per le discordie civili reggersi più oltre, la repubblica di Vercelli si diede, nel 1335, ai Visconti di Milano, che la tennero per quasi cent'anni, non senza tornare per brevi intervalli sotto i vescovi, fra i quali Giovanni Fieschi dei conti di Lavagna, che, collegalosi con due capitani del marchese di Monferrato e con altri, assali la città, la prese il 17 ottobre del 1373 e la saccheggiò barbaramente. Matteo Visconti la riscattò, con altre terre, per danaro, e la città visse in pace sotto i suoi successori, finche, morto nel 1402 Gian Galeazzo e contendendosene i suoi due figli il possesso, se ne impadroni il famigerato Facino Cane.
Venuta quindi sotto la signoria di Teodoro marchese di Monferrato, fu ricuperata dopo non molto da Filippo Maria Visconti con la cessione dì Casale; e nel 1427 fu