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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Prima — Alta Italia
   rimessa ad Amedeo Vili duca di Savoia, che l'anno seguente dava la sua primogenita Maria in moglie a Filippo.
   Vercelli era ancora a quei tempi una città cospicua difesa da una robusta cintura di mura, da due castelli e parecchie torri; ma questa sua condizione di piazza munita la pose, durante il secolo XVII e il cominciare del XVIII, a duri cimenti: nella guerra per la successione del Monferrato sostenne dagli Spagnuoli comandati da Don Pedro di Toledo un primo assedio, che cominciato il 24 maggio 161G ebbe fine dopo un'eroica difesa con una capitolazione stipulata il 25 luglio seguente. Morto Carlo Emanuele I nei contrasti per la reggenza di Madama Cristina, il marchese di Eeganes coi suoi Spagnuoli investì di nuovo la città che aveva per governatore il marchese di Dogliani ; la piazza fortemente attaccata fu strenuamente difesa; ma mal soccorsa dal Cardinale della Valletta che col fratello Duca di Gandale era calato coi Francesi in suo aiuto, essendosi questi presto ritirati e per le discordie dei capi e per 1 ingrossare degli imperiali a Novara, dopo una resistenza ostinata, che il Dotta chiama una delle più onorate fazioni di guerra tramandate dai ricordi delle istorie „, rovinate le mura e la città dalle artiglierie del Leganes, mancando i difensori di viveri e di munizioni, fu conchiusa la capitolazione che concedeva l'onore delle armi ai difensori, e gli Spagnuoli il 2G luglio 1G38 si impadronirono della città che tennero poi per più di venti anni.
   Tornata ai duchi di Savoia, provvista di nuove e gagliarde difese dal duca Carlo Emanuele II, Vercelli 11011 fu più teatro di azioni di guerra fino all'assedio del 1704 nella guerra per la successione di Spagna, nel qual anno fu presa dai Francesi del Vendòme i quali smantellarono le mura onde l'avevano cinta i Visconti e i duchi Carlo Emanuele I e II ed atterrarono l'arco magnifico, 0 Porta di Milano, che la munificenza del secondo di questi duchi sabaudi aveva fatto innalzare. Nel 1798 Vercelli tenne in potere dei Francesi, che ne fecero il capoluogo del dipartimento della Sesia, e, caduto l'Impero napoleonico, tornò a Casa Savoia; nella ricomposizione amministrativa del nuovo regno d'Italia fece generoso e patriottico sacrifizio a Novara del suo antico grado di capo-provincia per prender quello di capo-circondario.
   Uomini illustri. — S011 così numerosi e per titoli così diversi 1 Vercellesi insigni che ci bisogna distribuirli in categorie e registrarli sommariamente in un col secolo a cui appartennero.
   Nella storia ecclesiastica ebbero grido : S. Teonesto (secolo III), S. Massimo (sec. IV), S. Eusebio (sec. VI), il prementovato cardinale Guala-Bicheri (sec. XIII), C. L. Buronzo Del Signore, arcivescovo di Torino (sec. XVIII), ecc.
   Nella giurisprudenza e magistratura segnalaronsi: Vibio Crispo, senatore romano, di cui dice Tacito: Vibius Crispits pecunia, potentia, ingenio inter claros, e di cui dettarono l'elogio il Durandi e il barnabita Bruzza (secolo II); G. F. Bulgaro e G. Gagnolo (sec. XV) ; Andrea Alciati, primo restauratore della giurisprudenza da lui insegnata noli'Università di Pavia, ove gli fu eretto uno stupendo monumento (sec. XVI) ; Giuseppe Stara, senatore, e suo fratello E. Stefano, ambidue liberali.
   Nella filosofia e nelle scienze positive : Giovanili Scoto, che insegnò nell'antico Studio od Università di Vercelli (sec. XII); Lavini Giuseppe (sec. XVIII); G. Avogadro conte di Casanova (sec. XVIII), ecc.
   Nelle belle lettere: Gaio Pedone Albinovano, celebre poeta, amicissimo di Ovidio, che lo chiama divino (sec. I); G. B. Modena, cultore della storia patria (sec. XVI); G. Antonio Ilanza, poeta,scrittore poligrafo in prosa e repubblicano ardente (sec. XVIII); G. Antonio De Gregory, autore della Storia letteraria vercellese, rinomato per avere scoperto in Giovanni Gersen, 0 Gersenio, il vero autore della Imitazione di Cristo (sec. XIX); Domenico Capellina, professore di rettorica, deputato, grecista insigne ed autore di opere pregevoli (sec. XIX), ecc.