Mandamenti e Comuni del Circondario di Vercelli — Appendice %r>
molti Vercellesi vennero ad abitare Santhià. Tassò, nel 1373, sotlo il dominio di Casa Savoia e dovette in seguito subire molti assedi e disastri. Memorabile fu l'assedio tenutovi, in nome delia monarchia spaglinola, dal duca d'Alba, negli anni 1554 e 1555. Altri assedi che molto danneggiarono Santhià furono quelli del 1(112 e 1616 durante le guerre civili del Piemonte.
A nome dei duchi di Savoia risiedevano in Santhià il capitano, il vicario e il chiavavo, il primo governatore, il secondo amministratore della giustizia ed il terzo percettore dei tributi dovuti al principe.
Grande era il ninnerò dei paesi soggetti alla giurisdizione di Santhià, il quale godè ab antiquo dei propri! statuti e non fu mai infeudato ad alcuno, finché, nel dicembre del 1763, il re Carlo Emanuele ne diede l'investitura, con titolo marchionale al duca del Cliiablese. Sotto il dominio francese divenne, nel 1801, capo del terzo circondario del dipartimento della Sesia e sede di Sotto-prefettura a cui andai ano soggetti 22 Comuni. Dopo la Ristorazione, al ritorno dei Reali di Savoia in Piemonte, fu creato capoluogo di mandamento qua! è tuttora.
Uomini illustri. — Santhià insuperbisce meritamente di aver dato i natali a parecchi insigni personaggi antichi e moderni, dei quali citiamo qui i due principali, Giovanni ile Carhondala e Jacopo Durandi. Il primo, valente chirurgo, si acquistò fama in tutta la Lombardia sullo scorcio del secolo decimoterzo, fu professore di chirurgia in Verona, l'esercitò a Cremona, a Pavia, a Piacenza, operò guarigioni portentose e lasciò un'opera latina in cinque trattati : De operationc manuali. Del Durandi. nato nel 1739. morto a Torino nel 1817, scrissero largamente il De Gregory, il Vallami e il suo proprio nipote, il letterato Demarchi, vice-presidente della Camera. Fra le sue numerose opere storiche, archeologiche e geografiche cade in acconcio citar qui : Dell'antica condizione del vercellese e dell'antico borgo di Santhià (Torino, 1766).
Coli, elett. Novara 111 (Vercelli) Dioc. Vercelli P* T. e Str. ferr. Santi.ià-Biella.
Alìce Castello (2011 ab.). — Sta fra due colli che lo ricingono verso ovest e nord a foggia di due ale, bagnato in parie dal canale d'Ivrea e dalla roggia Mandria, con parrocchiale di S. Niccolò di Bari, d'ordine corintio, su disegno di certo Gallo novarese e riabbellita in seguito. Sur un rialto in mezzo all'abitato sorge un palazzo detto il Castello (donde il nome del paese), che aveva anticamente due torri e fu riattato modernamente. Congregazione di carità. Grano, uve, bozzoli e bestiame.
Cenni storici. — E antichissimo e fu soggetto a parecchi vassalli, fra gli altri ai V illahicchieri, quali vi avevano il diritto di nominare il giudice e il parroco. Passo quindi sotto la giurisdizione dei canonici lateranensi di S. Andrea di Vercelli, i quali vi dimorarono; nel 1764 essi ritiunziarono a questa giurisdizione.
Coli, elett. Novara 111 (Vercelli) - Dioc. Ivrea — I'2 ivi, T. a Santhià.
Carisio (1699 ah.). — Sulla sponda destra dell'Elvo e la strada provinciale che mette nella Svizzera, con parrocchiale di San Lorenzo. Viti, legname, riso, del qual ultimo si fanno buoni raccolti.
Cenni storici. — Fece parte anticamente del Gomitatila Sanclae Agalline, col quale verme sotto il dominio della chiesa di Vercelli, la quale lo infeudo ai Solari o Soleri, che ne divisero in seguito la giurisdizione coi Rotario, dai quali passò agli Avogadro e da questi ai Caresani, che ne presero il nome. Fu devastato da Facino Cane, ma i danni furono poi risarciti per intervento del duca Amedeo VIII di Savoia.
Coli, elett. Novara 111 (Vercelli) - Dioc. Vercelli — P2 T. a Santhià.
Mandamento di STKOPPIANA (comprende 7 Comuni, popol. 16,379 ab.). — Ila suolo ora piano, ora ineguale, attraversalo dalla strada provinciale da Vercelli a