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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Prima — Alta Italia
   conduco alla chiesa della Madonna del Buon Consiglio, ornata di dipinti eccellenti e dove godesi di una bella veduta delle colline del Monferrato. La chiesa di San Lorenzo, annessa all'elegante Ospedale moderno, ha una facciata di svelta e vaga architettura, un'alta volta a cupola, una bellissima statua della Madonna ed il corpo della beata Girlani, il cui genitore, nativo di Trino, eravi governatore. Sonvi ancora parecchie altre chiese ed ex-conventi, un piccolo teatro e molti splendidi palazzi, fra cui primeggiano quelli delle famiglie Ferrati, Albosio, Orariea, Picco, Riandrà di Reaglie, Fracassi e Montagnirii. Oltre l'Ospedale suddetto, fondato nel 1100, con una rendita, nel 1861, di 28,233 lire, vi è una Congregazione di carità, un Asilo infantile ed un Monte di Pietà. Ginnasio e altre scuole. Boschi comunali e privati, riso, segale e granoturco, avena, canapa, vaste praterie, bestiame, ecc.
   Oltre molti negozi, alberghi e caffè, contansi in Trino fabbriche di calce e laterizi, di macchine agrarie, di olio, concerie, tintorie, una tipografia, molini, ecc. Entro i vasti confini commutativi sono compresi i borghi e villaggi di Robella, di Torrione, Saletta, Le Grangie e Leri, ove il sommo Camillo di Cavour soleva spesso ritirarsi nel suo grande podere modello per cercar sollievo alle cure politiche.
   Cenni storici. — Da remotissimi tempi sorgeva presso questo luogo l'antica Mansio Rigonuujo, fondata da una tribù di Liguri primitivi. Rimasta distrutta nella invasione dei barbari, dopo qualche tempo Ire condottieri dei Longobardi innalzarono qui a custodia difensiva altrettanti castelli, dai quali sorse la nuova Trino, circa il 573. Se ne impadronirono i Vercellesi nel 904, costruendo nuovi baluardi a difesa e riunendovi altri abitati. Nel 1101 i marchesi di Monferrato fecero di Trino la capitale e sede del loro governo ; dopo il 1200 si scelsero altra residenza, in causa delle continue molestie dei vicini Vercellesi. Nel 1613 l'assediò il duca di Savoia Carlo Emanuele 1, ed avutolo, ne atterrò il castello. Nel 1613, nella guerra fra Madama Reale e i suoi due cognati Maurizio e Tommaso, andò a porvi assedio quest'ultimo con gli Spagnuoli sotto i! comando del marchese di Leganes; gli abitanti, sotto il comando del conte Roero di Monticello. governatore, e del francese Marolles, si difesero strenuamente, ma dovettero arrendersi da ultimo per scarsezza di numero e la città fu posta a sacco.
   Quando il trattato di Cherasco confermò al duca di Savoia le provincie monfer-rine di Alba e di Trino (lasciando quelle di Casale e di Acqui al duca di Mantova), Vittorio Amedeo I non solo confermò Trino capoluogo di provincia, ma vi stabilì un tribunale di primo appello, e quando Vittorio Amedeo II divenne, dopo aspra guerra, padrone dell'intiero Monferrato, si fece una nuova distribuzione delle Provincie, in cui Trino fu incorporato alla provincia di Casale e vi rimase come capoluogo di mandamento sino al principio del governo francese in Piemonte. D'allora in poi continua a far parte nella stessa qualità del circondario di Vercelli,
   Uomini illustri. — Dei molti chiari personaggi che sortirono i natali in Trino vogliam ci basti ricordare i seguenti Quattro stampatori in Venezia: Giovanni De Cerreto, detto Tacitino (dal 1494 al 1536), Guglielmo da Fontanetto (dal 1486 al 1532), Rernardino e Filippo Stagnini, alias De Ferraris (sin dal 1483), e Girardo De Zeys, stampatore in Pavia e quindi iti patria (dal 1499 sino al 1517). Francesco Beccio, grande giurista e poeta, presidente del Senato di Casale ed autore di pregiate opere giuridiche latine ; Girolamo Faletto, allievo dell'Alciati. ambasciatore per gli Estensi a Carlo V, amico del Manuzio e del Bembo, autore della Storia delle guerre d'Alemagna (presso i Gioliti, 1552) e di altri scritti ; suo fratello Nicolo Faletto, uno dei migliori poeti dei tempi suoi ed eloquente oratore, come si raccoglie dai seguenti versi di Raffaele Toscano :
   E Nicolò Paletto anch'ebbe Trino, Emulo di Marone, emul d'Arpino ;