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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Genova
   15
   stacchino dalla catena principale
   hanno tutte poco sviluppo pel molto accostarsi al mare del vertice supremo
   
   Lo stesso avviene di quasi tutti gli sproni che incontransi sin presso a Genova
   di che non mette conto darne qui i nomi e recarne ì particolari. Quanto alla loro direzione si può dire
   per quelli che incontransi fra Albenga e Finale
   che corrono generalmente da nord-ovest a sud-est
   ma quelli che stanno fra Savona e Genova ne hanno una più spiccata da nord-nord-est a sud-sud-ovest.
   Vicino e a nord di Genova
   la catena centrale dell'Apennino ligure si scosta un po' più dal mare sì che le diramazioni che se ne staccano acquistano una tal quale maggiore importanza ed hanno anche un'altezza mediocre
   come osservasi nel ramo del monte della Madonna della Guardia
   alto quasi 820 m
   . il quale trovasi a ovest della valle della Polcevera in direziono da sud-sud-ovest a nord-nord-est.
   Fra i due rami di codesta catena secondaria
   o contrafforte che dir si voglia
   sorgo in anfiteatro la regina del mare ligustico
   Genova
   la cui latitudine è al Collegio di Marina 44° 25' 4" e la longitudine orientale dal meridiano di Parigi 6° 8V 8". La diramazione su cui siede staccasi dalla catena centrale a ovest del monte Matallo che signoreggia il piano di Cretto all'altezza di 615 m. Sì abbassa questa alla lunga cresta che sta sopra Pino e Torrazza e si rialza quindi assai verso sud ai monti su cui giacciono i due forti del Diamante e de" Due Fratelli; si abbassa poi nuovamente e dividesi infino al forte dello Sperone in due rami di cui uno
   dirigendosi verso il sud-sud-ovest va a terminare al capo di Faro ove ergesi la Lanterna; l'altra
   piegando più verso il sud-sud-est
   va a formare le colline amene di Garignano per far capo ai dirupi che stendonsi a est del porto sotto le batterie cosidotte della Strega e della Cava.
   Dopo codesto sprone e fra le sorgenti del Bisagno e della Lavagna
   od Entrila
   di cui cantò Dante nostro nel XIX del Purgatorio:
   Intra Siestri e Chiavari s'adiina Una fiumana bella
   
   spiccasi dal sommo una nuova catena secondaria notabile per le sue molte suddivisioni. Infatti
   dopo formata una specie di cresta non guari alta al suo punto di attacco
   presso Scofera e Bargagli
   essa si allarga poi a ovest e a est nelle montagne e colline che stendonsi per breve spazio lunghesso il mare dalla foce del Bisagno
   sotto le mura di Genova
   sino a quella della suddetta fiumana bella di Chiavari.
   Di tutte le diramazioni subalterne onde si compone
   la più importante è quella che costituisce alla sua estremità l'alto capo di Portofino
   che s'inoltra si pittorescamente e visibile da lungi
   a non molti chilometri a èst della città. Codesto ramo di mont; manda direttamente da un lato le sue acque al mare
   e
   dall'altro
   ora nel Bisagno ed ora nella valle longitudinale di Fontanabuona
   ossia della Lavagna.
   Di non diverso aspetto
   ma presentando dimensioni anche maggiori
   è finalmente la catena secondaria che ha origine fra le sorgenti della Vara e quelle della Sturi a
   uno dei rami del fiume di Chiavari non lungi dal paese dì Borzonasca. Codesta catena
   assai semplice dapprima
   stendesi anch'essa notevolmente come quella di cui fanno parte
   per una lunghezza di 60 chilometri
   le montagne costiere da Chiavari sino al capo Corvo
   punta terminante a est
   e il golfo della Spezia non lungi dall'imboccatura della. Magra.