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Parte Prima — Alta Italia
Un dotto inglese
il Macmillan
nella sua opera recente The Fumerà
stupendamente illustrata
viene così descrivendo sul bel principio il clima ligure: — La Liguria ha un clima suo proprio
il quale
trattene poche variazioni locali
dovute a circostanze speciali di esposizione
è maravigliosamente uniforme ed equabile. Esso partecipa delle prerogative naturali dei tropici e della zona temperata. Le catene delle Alpi marittime e dell'Apennino ligure lo proteggono dai geli e dalle nebbie nordiche ed attraggono le nuvole le quali si sgravano dei loro vapori acquei in forma di neve sulle più alte vette e lasciano il cielo meridionale limpido
azzurro e trasparente come lo zaffiro; mentre le sottostanti colline rocciose in cui trasfor-inansi
avvicinandosi al mare
le due catene
concentrano il calore solare e lo irradiano sul lembo relativamente piano della spiaggia innalzando così in modo anormale la sua temperatura
la quale non è però mai opprimente
rinfrescata com'è dalle brezzoline e dagli influssi geniali del Mediterraneo. —
Coltivazioni e produzioni agrarie. — Il contadino ligure
avvezzo
come oggi ancora
a coltivare con grande fatica un suolo ingrato
eccitava già l'ammirazione degli antichi scrittori per la sua frugalità
per la sua industria e pel suo lavoro indefesso. Secondo Diodoro Siculo e Strabone
orzo
mele
legname
agnelli
capretti e qualche frutto erano i soli prodotti dell'agricoltura ligure; ma
dopo l'introduzione dell'ulivo pei Focesi
degli agrumi per gli Angioini
della vite
delle frutta
degli ortaggi
ecc.
la Liguria
oltrecchè dalla navigazione e dal commercio
vide crescere il suo benessere e la sua ricchezza anche dall'agricoltura.
La valle d'Albenga
la più ampia delle due riviere
è tutta occupata da vigneti
frutteti
orti
prati
campi
oliveti
e mercè la copia delle acque produce una quantità di frutta e di erbaggi primaticci di cui si fa una grande esportazione
Codesta nuova coltivazione
favorita dalla ferrovia
ha soppresso l'antica
quasi esclusiva della canapa e dei cereali.
La doppia valle di Finale produce aranci
cedri
le mele cosi dette carie
le più squisite
serlievoli e ricercate
olii e
leggieri
ma buoni vini da pasto. Dal capo Noli al capo Corvo intensa è la coltivazione della vite
delle frutta e degli ortaggi. 1 bei coli) savonesi
producono
in un coi vini
le pesche più saporose. I giardini di Fegli e di Sestri imbalsamano coll'olezzo dei fiori dell'odorifera famiglia dei cedri i palazzi e le ville a cui fanno ornamento. La valle della Foleevera è la moderna Tempe; se i suoi vini fossero fatti con più diligenza
e i suoi olii e le sue frutta corrispondessero in bontà alla diligenza singolare ed alla vaghezza della coltivazione
sarebbe una delle più ricche d'Italia. La valle del Bisagno là dove si allarga tendendo al mare
verdeggia tutta di orti di largo prodotto per la vicinanza di Genova. Il picciol seno e le pendici soleggiate di Nervi rendono immagine di una sola
odorosa cedraia. Dall'alto del monte della Ruta lo sguardo non si sazia di contemplare l'immensa copia delle piante fruttifere d'ogni sorta che vestono i colli soprastanti a Camogli
fra cui le rinomate pere camogline. E non diversa torna la meraviglia e il diletto a chi contempla i poggi giulivi di Santa Margherita. La lieta scena campestre poco si diversifica nel piacevole anfiteatro dei colli che signoreggiano Chiavali e lungo la spiaggia sino alle Cinque Terre già sì rinomate per l'abbondanza e la squisitezza dei loro vini. Colà altresì l'amena vallicella d Monterosso produce in grande abbondanza i limoni. Finalmente l'inarrivabile golfo della Spezia lussureggia in tutti