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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   li.
   Parte Prima — Alta Italia
   Un dotto inglese
   il Macmillan
   nella sua opera recente The Fumerà
   stupendamente illustrata
   viene così descrivendo sul bel principio il clima ligure: — La Liguria ha un clima suo proprio
   il quale
   trattene poche variazioni locali
   dovute a circostanze speciali di esposizione
   è maravigliosamente uniforme ed equabile. Esso partecipa delle prerogative naturali dei tropici e della zona temperata. Le catene delle Alpi marittime e dell'Apennino ligure lo proteggono dai geli e dalle nebbie nordiche ed attraggono le nuvole le quali si sgravano dei loro vapori acquei in forma di neve sulle più alte vette e lasciano il cielo meridionale limpido
   azzurro e trasparente come lo zaffiro; mentre le sottostanti colline rocciose in cui trasfor-inansi
   avvicinandosi al mare
   le due catene
   concentrano il calore solare e lo irradiano sul lembo relativamente piano della spiaggia innalzando così in modo anormale la sua temperatura
   la quale non è però mai opprimente
   rinfrescata com'è dalle brezzoline e dagli influssi geniali del Mediterraneo. —
   Coltivazioni e produzioni agrarie. — Il contadino ligure
   avvezzo
   come oggi ancora
   a coltivare con grande fatica un suolo ingrato
   eccitava già l'ammirazione degli antichi scrittori per la sua frugalità
   per la sua industria e pel suo lavoro indefesso. Secondo Diodoro Siculo e Strabone
   orzo
   mele
   legname
   agnelli
   capretti e qualche frutto erano i soli prodotti dell'agricoltura ligure; ma
   dopo l'introduzione dell'ulivo pei Focesi
   degli agrumi per gli Angioini
   della vite
   delle frutta
   degli ortaggi
   ecc.
   la Liguria
   oltrecchè dalla navigazione e dal commercio
   vide crescere il suo benessere e la sua ricchezza anche dall'agricoltura.
   La valle d'Albenga
   la più ampia delle due riviere
   è tutta occupata da vigneti
   frutteti
   orti
   prati
   campi
   oliveti
   e mercè la copia delle acque produce una quantità di frutta e di erbaggi primaticci di cui si fa una grande esportazione
   Codesta nuova coltivazione
   favorita dalla ferrovia
   ha soppresso l'antica
   quasi esclusiva della canapa e dei cereali.
   La doppia valle di Finale produce aranci
   cedri
   le mele cosi dette carie
   le più squisite
   serlievoli e ricercate
   olii e
   leggieri
   ma buoni vini da pasto. Dal capo Noli al capo Corvo intensa è la coltivazione della vite
   delle frutta e degli ortaggi. 1 bei coli) savonesi
   producono
   in un coi vini
   le pesche più saporose. I giardini di Fegli e di Sestri imbalsamano coll'olezzo dei fiori dell'odorifera famiglia dei cedri i palazzi e le ville a cui fanno ornamento. La valle della Foleevera è la moderna Tempe; se i suoi vini fossero fatti con più diligenza
   e i suoi olii e le sue frutta corrispondessero in bontà alla diligenza singolare ed alla vaghezza della coltivazione
   sarebbe una delle più ricche d'Italia. La valle del Bisagno là dove si allarga tendendo al mare
   verdeggia tutta di orti di largo prodotto per la vicinanza di Genova. Il picciol seno e le pendici soleggiate di Nervi rendono immagine di una sola
   odorosa cedraia. Dall'alto del monte della Ruta lo sguardo non si sazia di contemplare l'immensa copia delle piante fruttifere d'ogni sorta che vestono i colli soprastanti a Camogli
   fra cui le rinomate pere camogline. E non diversa torna la meraviglia e il diletto a chi contempla i poggi giulivi di Santa Margherita. La lieta scena campestre poco si diversifica nel piacevole anfiteatro dei colli che signoreggiano Chiavali e lungo la spiaggia sino alle Cinque Terre già sì rinomate per l'abbondanza e la squisitezza dei loro vini. Colà altresì l'amena vallicella d Monterosso produce in grande abbondanza i limoni. Finalmente l'inarrivabile golfo della Spezia lussureggia in tutti